RIESE terra di Pio X

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Tomba Brion

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INFO

Via Brioni, 28, 31030 Altivole TV
Orario: 08:00 - 17:30

TOMBA BRION

Il complesso funebre monumentale 'Brion', a San Vito di Altivole, fu commissionato all'architetto-designer Carlo Scarpa da Onorina Brion Tomasin in memoria dell'amato coniuge Giuseppe Brion, prematuramente scomparso.

L'industriale era nato nel piccolo paese trevigiano ed è notissimo per il marchio Brionvega, faro del design Made in Italy per l'industria degli apparecchi radiofonici e televisivi degli anni '60 e '70. Vi collaborarono infatti i maggiori designers dell'epoca, quali Marco Zanuso, Achille Castiglioni, Ettore SottSass, Sergio Asti, Rodolfo Bonetto e molti altri.



La tomba monumentale fu commissionata a Scarpa nel 1969, che vi lavorò fino al 1978, anno della sua morte avvenuta in Giappone. Lo stesso Scarpa volle essere sepolto in questo luogo, in posizione appartata del complesso monumentale.

Il cimitero del piccolo paese, a poca distanza da Asolo e con sullo sfondo le gobbosità dei colli Asolani e più in là l'imponente mole del monte Grappa, si trova in posizione isolata nella campagna coltivata. La parte privata monumentale avvolge ad elle due lati del vecchio cimitero tradizionale, e tra le due aree vi è un varco caratterizzato da due grandi fori che richiamano le fedi nuziali intrecciate, oltre i quali il prato e il laghetto, permettendo un passaggio dal fortissimo impatto emotivo tra i due diversi mondi.

La vasta area monumentale Brion è ariosa, con ampie aiuole prative, grandi vasche d'acqua che ammorbidiscono l'opprimente profusione di cemento armato, ingabbiato dalla nuda muraglia perimetrale, sempre di cemento armato.

Tutti gli elementi connotano una grande ricerca dei piani e degli elementi simbolici, con l'acqua fonte di vita.

Al centro, asimmetrica eppur razionalmente lavorata dal cemento armato, l'arca aperta ai lati con i sarcofagi dei due coniugi inclinati l'uno verso l'altro quale simbolo d'amore.

Molto suggestivo il grande cubo di cemento, completamente attorniato dall'acqua, della cappellina con all'interno, sopra l'altare, una specie di cupola-pagoda colorata fatta a piramide a gradini aperta al cielo sulla punta.

Oltre il corridoio coperto, appoggiata ma non saldata alla mura di cinta, una pesante tettoia di cemento, definita la tenda-caverna, protegge altri sarcofagi.



Tomba Brion è una delle maggiori opere monumentali realizzate da Carlo Scarpa, nato a Venezia nel 1906 e morto a Sendai (Giappone) nel 1978 per cause accidentali.

Opera matura, sintesi tra le varie esperienze del maestro indiscusso nel trattare il cemento armato a nudo con finalità grafiche-decorative, con inserti di tasselli e mosaici di vetri colorati di Murano, finiture in bronzo, sapientemente miscelate nell'atmosfera sicuramente surreale che allo stesso tempo s'immerge nella filosofia Zen e nell'arte Giapponese, caratterizzata da vasche e da canalette d'acqua.



La pesantezza del nudo cemento, l'atmosfera grigia e la forma opprimente degli edifici, quasi dei bunker militari, ci riportano costantemente alla gravità della condizione cimiteriale.

Tuttavia, superato il trauma emotivo iniziale, l'animo può rasserenarsi alla contemplazione e alla profonda meditazione, accarezzato da quegli specchi d'acqua, specchi di luce e di scampoli di cielo, cullato dal dolcissimo e appena percettibile movimento dell'acqua nelle canalette, dalla lentissima evoluzione della vita delle ninfee e delle alghe.



Infine la meraviglia nello scoprire tutti quei sorprendenti dettagli, dalla lavorazione seriale e incredibile del cemento nudo, a tutta l'opera decorativa fatta di materiali compositi e colori, utilizzati in maniera molto sobria e minimalista.



La visita al cimitero di San Vito è esperienza estremamente appagante, rivolta innanzitutto al visitatore meditativo ed introverso e poi allo studioso di architettura e design per la grande importanza del sito nello scenario artistico dell'ultimo quarto di secolo del novecento.

L'arte di Scarpa influenza in modo determinante le esperienze e le opere di numerosi designers e architetti contemporanei, come ad esempio Mario Botta.